Dott. Antonio Diego Bruno

  • 08 maggio 2025

Ernia del disco: quando è necessario operare?

L’ernia del disco consiste in una patologia a carico dei dischi intervertebrali, “cuscinetti” collocati tra le vertebre che compongono la colonna vertebrale.

Un disco intervertebrale è composto da un nucleo morbido e gelatinoso rivestito da un involucro duro e fibroso, chiamato anulus. In particolare, si verifica un’ernia del disco quando una parte del nucleo, tramite lacerazione, fuoriesce dall’anulus e comprime un nervo provocando dolore.


Cos’è L’ernia del disco?

Quando un disco intervertebrale è piuttosto degenerato e l’anulus si rivela più debole, può capitare che il nucleo gelatinoso spinga verso l’esterno. Se l’anulus resiste e non si rompe, può semplicemente cambiare la sua forma dando origine a una protusione discale; se, però, si lacera e il nucleo fuoriesce dalla sua sede naturale, si parla di ernia discale.

L’ernia del disco può verificarsi in qualsiasi parte della colonna vertebrale, ma è più frequente nel tratto lombare. Il nucleo fuoriuscito va a comprimere il nervo e, di conseguenza, provoca dolore, debolezza e/o intorpidimento a un braccio o a una gamba.

Tuttavia, alcuni pazienti possono essere del tutto asintomatici o avvertire una sintomatologia lieve, che tende a migliorare nel tempo. Solitamente, infatti, non è necessario intervenire chirurgicamente, ma nei casi più gravi è lo stesso neurochirurgo a valutare se sia il caso di ricorrere o meno al bisturi.


intervento chirurgico ernia del disco

Le cure dell’ernia del disco

In presenza di ernia del disco asintomatica o con sintomatologia lieve e non invalidante, si opta quasi sempre per un trattamento di tipo conservativo che, oltre al riposo, prevede una terapia farmacologica a base di antinfiammatori e analgesici (contro il dolore), miorilassanti (che agiscono sul dolore provocato dalla compressione sui nervi) e corticosteroidi (da iniettare direttamente in loco).

Anche la fisioterapia e l‘osteopatia possono offrire ottimi benefici, soprattutto tramite massaggi, allungamenti, trazioni, rieducazione posturale ed esercizi mirati. In alcune occasioni si rivelano utili i corsetti e/o le fasce elastiche, che possono supportare il paziente durante le terapie strumentali come l’ozonoterapia, la tecarterapia, la laserterapia, l’ultrasuonoterapia e la ionoforesi.

Se il trattamento conservativo non va a buon fine o il paziente mostra segni di mielopatia o grave compressione dei nervi, allora il neurochirurgo valuta l’intervento chirurgico.


ernia al disco quando operare

Come avviene la diagnosi

L’ernia del disco è una patologia benigna, ma necessita comunque di una diagnosi certa sia per essere ben localizzata, sia per scongiurare conseguenze più gravi, sia per individuare il piano terapeutico più indicato.

Ad accertare la presenza di ernia del disco è la visita neurochirurgica: lo specialista analizza tutti i dati relativi alla storia clinica del paziente, valuta i sintomi e prescrive gli esami diagnostici da effettuare. Di solito, la più efficace è la risonanza magnetica ad alto campo, che permette di individuare l’ernia e studiare midollo, disco intervertebrale, legamenti e radici nervose. In alternativa, si può optare per una TAC.

Altro esame diagnostico utile è la radiografia del rachide lombo-sacrale, che consente di verificare lo stato di salute generale della colonna vertebrale. Se necessario, poi, il neurochirurgo può richiedere anche alcuni esami neurofisiologici per approfondire le condizioni del midollo spinale e delle radici nervose, come l’elettromiografia (EMG) e l’esame dei potenziali evocati somato-sensitivi (PESS) o motori (PEM).


Quando operare l’Ernia del disco?

L’operazione di ernia del disco è necessaria quando i trattamenti conservativi si rivelano inefficaci. In questo caso, la chirurgia è l’unico modo per evitare che le condizioni del paziente peggiorino ed eliminare il dolore una volta per tutte.

Non solo: con la sua presenza, l’ernia del disco può provocare una lunga serie di conseguenze tanto dolorose quanto invalidanti, come mal di schiena (lombalgia, sciatalgia, radiculopatia), formicolii, intorpidimenti, difficoltà di movimento, paresi e sindrome della cauda equina.

Si tratta di condizioni estremamente limitanti, che incidono sulla qualità della vita del paziente e che, per fortuna, oggi possono essere evitate tramite approcci mininvasivi che puntano a liberare i fasci nervosi compressi ed eliminare il dolore.

L’operazione di ernia del disco: LA MICRODISCECTOMIA, Il trattamento mininvasivo

Il trattamento chirurgico indicato per l’ernia del disco è la microdiscectomia, una tecnica minimamente invasiva che permette al paziente un recupero veloce e poco impegnativo. Nello specifico, dopo essere stato sottoposto a tutti esami pre-operatori, il paziente viene condotto in sala operatoria e fatto accomodare su un lettino in posizione genu-pettorale (cioè poggiato su ginocchia e gomiti e con il viso rivolto verso il basso).

L’intervento prevede l’anestesia generale. Si identifica l’area di intervento e si pratica un’incisione di circa 3 centimetri, tramite la quale il neurochirurgo fa passare il microscopio operatorio per raggiungere l’ernia discale e gli eventuali frammenti e asportarli liberando, così, la radice nervosa dalla compressione.


Quanto tempo ci vuole per riprendersi da un intervento di ernia del disco?

I tempi di recupero a seguito di un intervento di ernia discale sono variabili e dipendono molto dalle caratteristiche del singolo paziente. In genere, il decorso oscilla dalle 2 settimane ai 2-3 mesi, ma è possibile recuperare velocemente e sbarazzarsi del dolore. Tra l’altro, grazie alle attuali tecniche chirurgiche, il paziente può deambulare autonomamente fin dalle prime ore post-operatorie.

ernia discale intervento chirurgico

Quanti giorni di degenza richiede un intervento di ernia al disco?

Per l’asportazione dell’ernia del disco, in genere, si richiedono 1-2 notti di ricovero. Subito dopo l’intervento il paziente può camminare, lavarsi e mangiare in totale autonomia, per poi tornare a casa e riprendere la sua routine quotidiana.


La riabilitazione

Dopo un intervento di ernia del disco, la riabilitazione è a dir poco fondamentale per raggiungere il pieno recupero. Qui entra in gioco il fisioterapista che, in genere, suddivide il percorso riabilitativo in 4 fasi:

  • fase post-operatoria precoce, che ha come obiettivo principale il controllo del dolore e la prevenzione di eventuali complicazioni. Il paziente viene incoraggiato a compiere piccoli movimenti, come alzarsi dal letto e compiere brevi camminate;

  • fase di stabilizzazione, che punta al rafforzamento dei muscoli posturali e stabilizzatori della schiena tramite esercizi di neurodinamica;

  • fase di rieducazione funzionale, basata sullo svolgimento di esercizi mirati al miglioramento di forza, mobilità e stabilità;

  • fase di mantenimento, che comprende una serie di esercizi da svolgere regolarmente per prevenire ricadute e garantire all’organismo uno stato di salute ottimale.

Inoltre, durante la riabilitazione post-operatoria è molto importante il monitoraggio dei progressi raggiunti da parte di neurochirurgo e fisioterapista. Le due figure lavorano a stretto contatto, osservando l’andamento della riabilitazione e intervenendo, se necessario, per adattare il piano alle esigenze del paziente.


FAQs

  • Cosa non fare con l'ernia al disco?

    Chi soffre di ernia del disco dovrebbe astenersi dal compiere sforzi eccessivi e attività usuranti e cercare di mantenere quanto più possibile una postura corretta.

  • Chi ha l'ernia del disco può camminare?

    Sì, anzi, per alcune persone camminare potrebbe essere un ottimo metodo per alleviare il dolore provocato dall’ernia del disco.

  • Come dormire con un'ernia al disco?

    In presenza di ernia del disco, si consiglia di dormire con un cuscino in mezzo alle gambe, per evitare torsioni inopportune e dolorose. Lo stesso vale per chi soffre anche di sciatalgia.

  • Come stare seduti con ernie del disco?

    Per chi soffre di ernia del disco ed è costretto a stare seduto, è consigliato appoggiare saldamente la colonna vertebrale allo schienale della sedia, mantenendo una postura dritta. In poche parole, non bisogna “ingobbirsi”, altrimenti i legamenti della colonna vertebrale si affaticano e aggravano l’ernia del disco.



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Dott. Antonio Diego Bruno
Specialista in Chirurgia vertebrale